Allarme diabete per i bambini europei: in cima alle classifiche globali

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I dati sul diabete infantile sono davvero preoccupanti. Si è svolta ieri la Giornata mondiale del Diabete 2011 e ha portato alla luce una realtà che fa paura. Non sempre, chiusi nelle nostre case, ci rendiamo conto della portata di alcune malattie e soprattutto non abbiamo idea di quanto le nostre abitudini, spesso sbagliate, possano influenzare la salute nostra e dei nostri figli. I bambini europei sono ai vertici delle classifiche globali per numero di diabetici.

Le cifre elaborate dalla Federazione Internazionale del Diabete (FID) evidenziano l’esistenza di 116.000 bambini con il diabete di tipo 1 e l’insorgere di 18.000 nuovi casi nel 2011. Nel 2030 ci saranno 64,2 milioni di adulti malati, contro i 52,8 milioni degli attuali. È stata definita un’epidemia.

Ma non è finita qui. L’Europa rappresenta un terzo delle spese totali a livello globale per la cura del diabete ed è importante che i governi continuino a investire per trovare terapie sempre nuove e migliorare la qualità di vita dei malati. In questo quadro, la situazione italiana non è delle migliori, come purtroppo era prevedibile.

Nel nostro Paese sono circa 20 mila i piccoli colpiti da diabete di tipo I e la malattia si manifesta nella maggior parte dei casi prima del quinto anno. A tal proposito vogliamo ricordare quali sono le regole fondamentali per permettere a vostro figlio di condurre una vita normale e soprattutto prevenire o contrastare il diabete.

Prima cosa controllare la glicemia più volte il giorno e insegnare al bambino, appena è abbastanza maturo per capirlo, come fare e quali sono i parametri. È fondamentale che i piccoli abbiano un’alimentazione ben equilibrata, con alimenti contenenti fibra solubile, in grado di regolare i livelli di glicemia. Infine, devono fare un po’ di sano movimento. Lo sport, infatti, aiuta a prevenire tutte le malattie metaboliche e cardiovascolari. Fate scegliere al bambino il tipo di attività: deve vivere quest’esperienza come un gioco, non come un obbligo.

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