Convulsioni febbrili: cosa fare durante gli attacchi

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Le convulsioni febbrili corrispondono ad una particolare reazione del sistema nervoso del bambino dinnanzi all’improvviso innalzamento della temperatura corporea e, nonostante l’allarme che tendono a provocare in mamma e papà data l’intensità delle loro manifestazioni, nella maggior parte dei casi non comportano alcuna conseguenza sullo stato di salute del piccolo, oltre che nessun tipo di effetto sul suo sviluppo mentale.

Il responsabile di questo fenomeno, che registra la sua massima incidenza tra i 14 e i 18 mesi, è l’immaturità del sistema nervoso del bambino che almeno fino ai 5 anni manifesta una particolare sensibilità nei confronti della febbre elevata. Episodi convulsivi tendono quindi ad evidenziarsi con una certa frequenza in corrispondenza di malattie infettive caratterizzate dalla comparsa di temperatura che raggiunge valori molto elevati in breve tempo, quali infezioni acute delle vie respiratorie, otite media e sesta malattia, in particolare nei bambini i cui genitori hanno sofferto dello stesso problema.

A partire da circa i 6 anni, grazie alla progressiva maturazione del sistema nervoso, gli episodi convulsivi diventano più rari per scomparire quasi sempre in modo spontaneo senza la necessità di ricorrere ad alcun trattamento specifico.

Durante l’attacco, applicare spugnature fredde e borsa del ghiaccio sul collo e sulla fronte del piccolo, svestitelo e slacciate i vestitini troppo stretti; fatelo stendere in un posto sicuro dove non rischi di cadere e farsi male, e giratelo su un fianco per impedire a saliva e muco di ostruire naso e gola. Evitate di scuoterlo o di cercare di tenerlo fermo, e previa prescrizione dategli una dose di diazepam per via rettale rispettando dosi e istruzioni d’uso.

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