Prurito in gravidanza, le cause possibili

Il prurito è un “disturbo” piuttosto comune fra le donne in gravidanza, soprattutto nel corso del terzo trimestre di gestazione. Il fastidio interessa comunemente seno, pancione ed estremità e può avere svariate cause. In gnerale possiamo dire che esso è dovuto dalle modificazioni a livello fisico e omronale che si verificano durante la dolce ttesa.

Le perdite in gravidanza

In gravidanza è piuttosto comune osservare un aumento delle secrezioni vaginali, soprattutto durante il primo trimestre di gestazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di leucorrea che, come sappiamo, rappresenta una condizione del tutto normale.

La comune leucorrea durante la gravidanza prende il nome di leucorrea gravidica ed esattamente come avviene in ogni altra fase della vita, è rappresentata da secrezioni che provengono da cervice e vagina, costituite da flora batterica vaginale e vecchie cellule.

Allo stesso modo, di solito queste perdite sono trasparenti o biancastre ed emanano un odore non particolarmente sgradevole, mentre il loro aumento in gravidanza è dovuto alla maggiore produzione di estrogeni e al maggiore afflusso di sangue nell’area vaginale.

prevenzione

Tumore al seno: fertilità salvaguardata

E’ una svolta alla lotta al tumore al seno, con la tecnica blocca ovaie sarà possibile preservare la fertilità molto spesso irrimediabilmente compromessa dalla chemioterapia e dai farmaci. Sostanzialmente si mette a riposo le ovaie in modo che la funzione riproduttiva rimane intatta evitando la menopausa precoce, che colpisce 4 pazienti su 10.

Tumore al seno: mettere le ovaie a riposo durante la chemio permette di conservare la fertilità

Scoprire di avere un tumore al seno e desiderare tanto un bambino. Purtroppo è davvero una brutta sorpresa. Molte donne, a causa di questa malattia, rinunciano ad avere figli perché la chemio è molto pericolosa per il feto. C’è però un’alternativa: si possono mettere le ovaie a riposo durante il trattamento farmacologico. In questo modo si può solamente rinviare la gravidanza, conservando la fertilità.

Endometriosi, arriva la campagna di sensibilizzazione

Vi abbiamo già parlato più volte dell’endometriosi, una malattia subdola, della quale ancora non si conoscono esattamente le cause, che colpisce una percentuale di donne, soprattutto in età fertile, compresa fra il 3 e il 10 per cento.

Secondo i dati diffusi dall’ONU, sono  tre milioni le donne affette da endometriosi in Italia, 14 milioni in Europa, 150 milioni nel mondo, con costi sociali elevatissimi sia in termini di spese sanitarie che di giornate di lavoro perse.

Depressione post partum, con il cesareo aumenta il rischio

Il rischio di cadere in depressione dopo il parto aumenta se il bambino è venuto al mondo con il parto cesareo. A sostenerlo è uno studio condotto presso la Yang Ming University di Taiwan.

Secondo la ricerca in questione inoltre il rischio di depressione post partum aumenta del 48 per cento in caso di cesareo programmato. La causa di questo fenomeno risiederebbe, secondo gli studiosi, nel senso di fallimento e di perdita di controllo sperimentata dalle neo mamme cesarizzate.

Risveglio lento? Tutta colpa del cervello

Tutte noi sappiamo bene come sia drammatico il risveglio mattutino!! La mattina, appena alzate, andiamo sempre a rilento, ci sentiamo confuse e un po’ intontite. Ci servono almeno 5 minuti e una bella tazza di caffè per iniziare a carburare! Ma come potrebbe essere altrimenti, dopo una nottata passata, magari, in piedi, tra poppate, cambi di pannolini e pianti? Se ci facciamo caso, però, l’imbambolamento mattutino torna puntuale anche dopo una bella nottata di riposo. Come mai? Semplice, il nostro cervello al risveglio è più pigro a causa di una notevole diminuzione dell’attività elettrica delle diverse zone celebrali che si verifica nei primi 5 minuti dopo aver schiuso gli occhi.A darci questa spiegazione è un team di ricercatori italiani in uno studio pubblicato sulla rivista Neuroscience.

Le cisti dermoidi

Molte donne, sia in età fertile che in menopausa, soffrono di cisti ovariche. Le più comuni tra le cisti ovariche sono, senza dubbio, le cisti funzionali ma esistono dei tipi di cisti meno frequenti: è il caso, ad esempio, delle cisti dermoidi.

Cosa sono

Le cisti dermoidi sono delle formazioni a carico delle ovaie contenenti frammenti di peli, capelli, sebo, pelle, denti, unghie, ossa, cartilagine ed altri tessuti. Le cisti dermoidi si sviluppano a partire da cellule germinali ovariche che si differenziano in diversi tipi di tessuti. Le cisti hanno, generalmente, una forma sferica tra i 5 e i 15 cm di diametro, un aspetto liscio ed un colore tra il bianco ed il giallo. Le cisti dermoidi sono, nella maggior parte dei casi, unilaterali, interessano, cioè, solo un’ovaia, ma possono essere anche bilaterali e multiple. Le cisti dermoidi sono neoformazioni ovariche organiche benigne che difficilmente si trasformano in tumori maligni.

Le cisti ovariche funzionali

Le cisti ovariche sono un disturbo piuttosto comune che colpisce le donne, soprattutto durante l’età fertile e legato al funzionamento delle ovaie.

Cosa sono

Le cisti ovariche sono delle sacche di liquido che possono formarsi all’interno o all’esterno delle ovaie. La maggior parte delle cisti ovariche sono fisiologiche, dovute, cioè, al normale funzionamento delle ovaie. Si parla in questo caso di cisti funzionali. Durante il ciclo mestruale, le ovaie producono i follicoli, piccole sfere che hanno il compito di contenere gli ovuli fino a maturazione. Una volta maturo, l’ovulo viene espulso dalla sacca per essere fecondato ed il follicolo, generalmente si riassorbe. Può succedere, però, che il follicolo non scoppi come dovrebbe e continui a crescere, formando quella che viene definita cisti follicolare.  

Celiachia non curata può causare infertilità e gravidanze difficili

Problemi di infertilità, difficoltà a concepire, gravidanze difficili, aborti spontanei e parti pre-termine. Sono queste alcune delle complicazioni a cui va incontro chi soffre di celiachia, l’ intolleranza genetica al glutine. Una celiachia non diagnosticata in tempo o non adeguatamente trattata, infatti, potrebbe rivelarsi un rischio per la fertilità e la gravidanza della donna.

Recenti studi – spiega il dottor Carlo Catassi, professore associato di pediatria all’Università Politecnica delle Marche di Ancona – evidenziano come la malattia celiaca non diagnosticata possa dare luogo ad alterazioni della vita riproduttiva di una donna, non solo in termini di durata (menopausa precoce, menarca ritardato) ma anche di fertilità e di andamento della gravidanza. Alcuni recenti lavori mostrano infatti una correlazione tra celiachia non diagnosticata e aumento degli aborti spontanei. Se tale percentuale in una donna sana si aggira intorno al 10%, in una donna celiaca non diagnosticata e quindi non trattata tale percentuale può raddoppiare. Il dato confortante è però che se la donna celiaca è in dieta gluten free il rischio di aborto torna a essere pari a quello di una donna sana.

Iperprolattinemia, le cure

Come abbiamo visto appena ieri,  con il termine iperprolattinemia si indica un aumento persistente nel tempo dei livelli di prolattina nel sangue non legato alle modificazioni periodiche cui questo ormone è soggetto fisiologicamente . L’iperprolattinemia patologica è idiopatica (ha ciò cause sconosciute ed è di modesta entità) nel 30 per cento dei casi; più di frequente invece essa è causata dalla presenza di un adenoma ipofisario prolattino secernente o prolattinoma ma può anche essere dovuta all’assunzione di particolari farmaci (antinausea, antipsicotici, oppiacei, estrogeni, androgeni ecc.) o presentarsi associata a condizioni quali policistosi ovarica e ipotiroidismo. La cura dell’iperprolattinemia dipende proprio dalle cause che l’hanno originata.

Iperprolattinemia, come si cura

Se i livelli di prolattina elevati sono dovuti alla presenza di un prolattinoma (ovviamente sarà il medico a stabilirlo fatti gli opportuni accertamenti strumentali) la terapia potrà essere di tipo farmacologico o chirurgico. Negli altri casi (iperprolattinemia funzionale) invece la terapia sarà farmacologica.

Iperprolattinemia, i sintomi e le cause

Come abbiamo già avuto occasione di vedere, la prolattina è un ormone secreto dall’ipofisi che regola la maturazione della ghiandola mammaria durante la gravidanza e l’allattamento stimolando la produzione di latte da parte degli acini ghiandolari della mammella. La concentrazione di prolattina nel sangue non si mantiene stabile nel tempo: aumenta infatti durante il sonno e poco prima, o subito dopo, l’ovulazione e, naturalmente, elevati livelli di prolattina si riscontrano anche durante la gravidanza e l’allattamento al seno. A volte però a fare aumentare la prolattinemia non sono eventi fisiologici come quelli appena descritti e quando i livelli di prolattina si mantengono stabilmente elevati nel tempo si parla di iperprolattinemia patologica.

Iperprolattinemia, sintomi e cause

Nelle donne questa condizione può dare luogo a sintomi quali alterazioni del ciclo mestruale, (nei casi più gravi si può avere amenorrea), calo del desiderio sessuale, galattorrea (secrezione di piccole quantità di latte o liquido sieroso dai capezzoli), mal di testa. L’iperprolattinemia patologica è piuttosto frequente: nel 30 per cento dei casi si tratta di aumenti del livello di prolattina piuttosto modesti le cui cause restano sconosciute (si parla in questo caso di iperprolattinemia idiopatica), più di frequente invece questa è causata dalla presenza di un adenoma ipofisario prolattino secernente, o prolattinoma.