Allattamento artificiale: se prolungato può causare carenza di ferro

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Non tutte le mamme sono uguali, anzi. Ognuna, nell’accudire i piccoli, ha i propri tempi, le propri idee e i propri modi di fare. Questa diversità emerge in particolare per quello che riguarda l’allattamento. Ci sono mamme che scelgono di allattare il proprio bambino a lungo fino ai 3 anni e altre, invece, interrompono l’allattamento già a 6 mesi. Tutte queste situazioni presentano, sicuramente, dei pro e dei contro e sarà compito del pediatra indirizzare ogni donna e il proprio bambino nella strada migliore da intraprendere. Una recente ricerca del The Hospital for Sick Children (SickKids) e del St. Michael’s Hospital di Toronto in Canada mette, però, in guardia dai rischi di un allattamento artificiale prolungato. Nello specifico, lo studio ha evidenziato che allattare artificialmente oltre i 16 mesi di età comporterebbe nel bambino, oltre ai già noti problemi di carie ed obesità, una carenza di ferro.

otite, nicole

L’otite media nel bambino

otite media acuta bambino

L’otite media acuta è un disturbo piuttosto frequente nel bambino da 0 a tre anni perchè le sue tube di Eustachio, le strutture dell’orecchio deputate al drenaggio dei liquidi e alla fuoriuscita dell’aria che mettono in comunicazione la parte posteriore del naso con l’orecchio, sono più corte e sottili che negli adulti. Si stima infatti che i tre quarti dei bambini ha almeno un episodio di otite nei primi tre anni di vita.

Cos’è l’otite media acuta

L’otite media è un’infiammazione che interessa l’orecchio medio, ovvero quella parte di orecchio situata dietro il timpano, che lo separa dall’orecchio esterno. Può interessare una sola o entrambe le orecchie.

Otite media, le cause

L’otite media è causata da batteri o virus che entrano nell’orecchio medio attraverso il naso o la gola risalnedo attraverso le tube di Eustachio; questo può accadere perchè le tube di Eustachio non funzionano correttamente perchè infiammate a causa di raffreddori, sinusiti o allergie. In questo modo si formano delle secrezioni che non vengono drenate dalle tube e premono sulla membrana timpanica causando il dolore.

Perchè il bambino ha gli occhietti rossi

occhi arrossati bambino

L’arrossamento degli occhi nel bambino può dipendere da almeno tre cause diverse: il piccolo potrebbe essere vittima di una irritazione dovuta ad allergia ai pollini, di un’infezione batterica oppure avere risentito negativamente dell’esposizione ai raggi solari che avviene molto più massicciamente in estate con la frequentazione di spiagge e spazi aperti. In quest’ultimo caso però l’unico sintomo manifestato dal piccolo sono gli occhi rossi e si parla di “congiuntivite della bella stagione”.

Diverso è invece in caso di congiuntivite allergica e congiuntivite batterica.

La congiuntivite allergica nel bambino

La congiuntivite allergica è normalmente causata dai pollini abbondantemente presenti nell’aria. Oltre agli occhi arrossati il bambino avrà sintomi quali lacrimazione intensa, prurito e raffreddore allergico che si manifesta con un’abbondante produzione di muco liquido e trasparente. Non è però presente secrezione dall’occhio. In caso di congiuntivite allergica il pediatra potrà ritenere opportuno prescrivere colliri antistaminici o farmaci a base di cortisone (nelle forme più gravi); gli occhi dovranno essere protetti dall’esposizione ai raggi solari, anche attraverso l’utilizzo di occhiali da sole, perchè questi possono far aumentare il fastidio e aggravare l’allergia. I bambini affetti da asma e altre allergie sono più predisposti a sviluppare congiuntiviti allergiche.

Gravidanza: la vitamina D è fondamentale

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La vitamina D è un elemento utilissimo per una gravidanza sana e per il corretto sviluppo del feto.  Sono numerosi, infatti, i benefici per mamma e bambino che derivano da un adeguato apporto di vitamina D durante i nove mesi di gestazione.

Quale è la funzione della vitamina D?

La vitamina D (o colecalciferolo) si forma nel nostro organismo in seguito all’assunzione di determinati alimenti e all’azione dei raggi solari e si accumula principalmente nella pelle e nelle ossa ma anche nel cervello e nel fegato. Aiuta il corpo della donna ad assorbire il calcio e il fosforo, elementi indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo e lo sviluppo del feto, e ne facilita la deposizione nelle ossa ed il rilascio.

Con la varicella è giusto dare l’antivirale?

Ciao mamme, visto oggi vi scrivo dalla mia trasferta estiva dove sono sbarcata ieri con valigie e valigiette e con tutte le più buone intenzioni, peccato non aver fatto i conti con la signora Cella Vari, per gli amici Varicella. Ospite inattesa di questo inizio vacanze è arrivata senza annunciarsi a rovinare le ferie. A parte gli scherzi, la varicella in questo 2010 è arrivata in netto ritardo sulla tabella di marcia, a causa del ritardo nell’arrivo del caldo, colpendo i bambini alla fine delle scuole e arrivando poi nelle località di vacanza.

Ipotiroidismo congenito, l’importanza dello screening neonatale

screening ipotiroidismo

Cos’è l’ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo è un disturbo causato da una disfunzione della tiroide che secerne minori quantità di due ormoni: la tiroxina e triiodotironina. Quando è un bambino ad esserne affetto si tratta in genere di un disturbo congenito, che il piccolo, cioè, ha già alla nascita e che può essere permanente o transitorio.

Quali sono le cause dell’ipotiroidismo congenito?

L’ipotiroidismo congenito può essere causato da fattori diversi: assenza completa o parziale della tiroide, sua presenza in sede anomala, incapacità degli ormoni tiroidei stessi di svolgere la propria funzione.

Quali sono i sintomi dell’ipotiroidismo?

Se il problema viene diagnosticato alla nascita naturalmente non si verificherà alcun sintomo, fermo restando il ricorso tempestivo alla terapia, come vedremo in seguito. Se il deficit si manifesta in seguito può dare luogo a sintomi come irrequietezza e irritabilità, respiro affannoso, tachicardia, stipsi.

L’uso delle lenti a contatto in età pediatrica

lenti a contatto

L’apparato visivo dei bambini non è ancora del tutto sviluppato e presenta, quindi, una sorta di fragilità e di delicatezza. E’ molto importante, per questo, proteggere e curare l’apparato visivo del bimbo da eventuali danni o difetti, soprattutto se si pensa che alcune anomalie a suo carico possono influenzare lo sviluppo psicomotorio del bambino. Generalmente, i difetti della vista più diffusi nei bambini come miopia, ipermetropia e ambliopia, vengono corretti attraverso l’uso degli occhiali. Può succedere, però, che il bambino si rifiuti di indossare gli occhiali, soprattutto in determinate situazioni come il gioco. In questi casi può essere utile il ricorso alle lenti a contatto. In passato si riteneva che le lenti a contatto non fossero idonee per i bambini a causa della loro conformazione e manutenzione. Oggi, però, l’avvento delle lenti morbide e lo sviluppo di nuove geometrie e nuovi materiali rende le lenti a contatto adatte anche ai bambini.

Il calazio nel bambino

calazio bambino

Calatio, cos’è

Il calatio è una cisti (tecnicamente un lipogranuloma) che si forma sulla palpebra a causa dell’infiammazione di una ghiandola (la ghiandola di Meibomio, preposta alla secrezione dello strato oleoso delle lacrime) in seguito all’ostruzione del suo dotto secretore. In altre parole, si tratta di una piccola pallina di grasso, formata da residui di sebo e desquamazioni, attorno alla quale si crea una sorta di callo.

Calatio, le cause

L’ostruzione della ghiandola di Meibomio può essere causata proprio dalla secrezione da essa prodotta ma il calazio può derivare anche dalla cronicizzazione di un orzaiolo.

Come faccio a capire se il bambino ha un calazio?

Premesso che la diagnosi di calazio spetta al medico, il disturbo si manifesta con un rigonfiamento dell’interno o del bordo della palpebra. A differenza dell’orzaiolo però è indolore. A volte può formarsi una crosta sul margine del rigonfiamento che può dare luogo a dei fastidi  a causa della tendenza dei bambini a sfregarsi gli occhi.

La stenosi del dotto lacrimale

lacrimazione neonati

Capita di sovente di vedere neonati con gli occhi che lacrimano spesso anche in assenza di pianto. Questa lacrimazione eccessiva, detta epifora, che può essere saltuaria o continua ed interessare uno o entrambi gli occhi, può comparire fin dalle prime settimane di vita e durare diversi mesi. La causa di questa iperlacrimazione nei neonati è congenita ed è definita stenosi del dotto lacrimale.

Cosa è la stenosi del dotto lacrimale?

Si tratta dell’ostruzione, parziale o totale, del condotto naso-lacrimale che permette il normale deflusso delle lacrime verso le fosse nasali. L’occhio del bambino è dotato di un piccolo canale che dall’interno del bordo della palpebra inferiore arriva al naso e che è visibile come un forellino nell’angolo interno dell’occhio. Questo condotto ha il compito di far defluire le lacrime e la secrezione oculare. In caso di stenosi, parziale o completa, il canalino è ostruito e le lacrime e la secrezione oculare debordano causando l’iperlacrimazione.

Bambini e intestino pigro

intestino pigroCome abbiamo già visto, è piuttosto comune che i bambini, anche molto piccoli, soffrano di stitichezza, soprattutto se prendono il latte artificiale. La stipsi nel bambino di solito è un problema facilmente risolvibile che molto raramente è sintomo di patologie come il megacolon o l’ipotiroidismo congenito; l’impegno dei genitori deve essere quindi quello di evitare che la stitichezza da occasionale si trasformi in cronica.

Quando il bambino prova dolore durante l’espulsione delle feci infatti questo può indurlo a trattenerle con i loro conseguente indurimento, che rende ancora più dolorosa la defecazione e innesca un circolo vizioso dal quale i genitori e il bambino difficilmente riscono ad uscire. Per non parlare poi dei rimedi contro l’intestino pigro comunemente usati, come suppostine e clisteri che, provocando dolore, infastidiscono il bambino peggiorando la situazione.

Per aiutare il bambino affetto da questo problema è opportuno piuttosto introdurre nella sua dieta, dietro consiglio del pediatra, alcune molecole che non vengono digerite dall’intestino e trattengono acqua con l’effetto di ammorbidire le feci. In particolare, il pediatra potrà suggerire il ricorso al lattulosio, uno zucchero artificiale, o al malto in polvere finissima.

Il colore degli occhi del neonato

colore occhi

Una delle principali curiosità dei genitori circa il proprio bambino, dopo quella sul sesso, riguarda senza dubbio il colore degli occhi del nascituro. I genitori, però, dovranno aspettare alcuni mesi prima di poter soddisfare definitivamente la loro curiosità. Alla nascita, infatti, il bambino ha un colore degli occhi indefinito, tra il grigio e il blu. Questo perchè, anche se il colore degli occhi è già scritto nel DNA del bimbo, la melanina (la pigmentazione colorata) dell’iride (la parte colorata che circonda la pupilla) non è ancora ben definita. Bisognerà attendere sei o sette mesi affinchè il processo di pigmentazione si completi e si definisca il colore degli occhi del bambino. Nell’iride esistono due strati di melanina: quello profondo, caratterizzato da una scarsa quantità di melanina e che determina i colori chiari e quello superficiale, con una maggiore concentrazione di melanina e che caratterizza i colori scuri.

Rischio congestione: si può fare il bagno dopo mangiato?

paura-mare-bambiniCiao a tutte, lo scorso week end ero al mare con i bambini, erano circa le 14:30 e il mio vicino di ombrellone discuteva animatamente con il figlio di circa 3 anni sull’opportunità di poter fare il bagno in mare dopo aver mangiato, il bambino continuava ad insistere e il papà seccato rispondeva che non avrebbe voluto trascorrere l’ultimo giorno di vacanza in un pronto soccorso.

Io d’altro canto, forse da mamma incosciente non ho mai dato troppo peso a questa cosa del bagno a mare dopo mangiato ma visto che abbiamo la possibilità di approfondire questo argomento, anche per sfatare qualche mito, mi sono andata a documentare e ho capito meglio quali sono i motivi alla base di questo divieto storico che ha fatto piangere milioni di bambini su tutte le latitudini mondiali.

Il riflesso di Moro nei neonati

riflesso di moro

Il bambino, appena nato, viene catapultato nel mondo extrauterino e bombardato da numerosi stimoli sensoriali. Per affrontare il mondo esterno, il neonato ha a disposizione tutta una serie di riflessi primari, detti riflessi neonatali, che gli permettono di reagire agli stimoli esterni. Nello specifico, i riflessi neonatali sono delle reazioni involontarie che il bambino possiede fin dalla nascita e che dipendono da un sistema di controllo dei muscoli corporei ancora immaturo. I riflessi neonatali sono fisiologici nei primi mesi di vita del bambino e tenderanno a scomparire spontaneamente, al massimo, entro il primo anno di età.

Cosa è il riflesso di Moro?

Il riflesso di Moro (o di abbraccio) è uno dei riflessi primari del bambino attraverso il quale il neonato reagisce di soprassalto, con l’apertura delle braccia, a stimoli improvvisi come un rumore o quando viene poggiato bruscamente in posizione supina.

L’anemia nel bambino

anemia bambini

Il bambino è pallido, stanco, svogliato e a tratti irritabile? Forse non si tratta solo di una carnagione molto chiara che si incontra con un’indole capricciosa ma di anemia. L’anemia infatti è un disturbo piuttosto frequente nei bambini di due-tre anni di età. Questo succede perchè i bambini vengono già al mondo con una riserva di ferro insufficiente dal momento che durante le ultime settimane di gravidanza non riescono a trarne abbastanza dalla mamma.

Questa carenza di ferro innata però non è un problema durante i primi mesi di vita, poichè il sangue del bambino ha una massa ridotta e la modesta quantità di ferro che contiene gli è sufficiente. Man mano che il bambino cresce però i segni della mancanza di ferro si fanno evidenti, quando questa non viene colmata,  con la comparsa di sintomi che vengono spesso sottovalutati o equivocati.