Insonnia, nei bambini aumenta il rischio obesità

I bambini, soprattutto quelli più piccoli, insonni e che dormono poco o male durante la notte sono maggiormente esposti al rischio obesità. Ad affermarlo è un recente studio americano pubblicato sulla rivista Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine. I ricercatori delle Università di Washington e della California, negli Stati Uniti, infatti, hanno dimostrato che il sonno nei bambini è una condizione indispensabile per il loro corretto sviluppo psicofisico e per il loro benessere. Nello specifico, gli scienziati americani hanno studiato 1.930 bambini di età compresa tra 0 e 13 anni, monitorando la loro salute in due momenti distinti: nel 1997 e nel 2002. I ricercatori hanno suddiviso i bambini in due gruppi: il primo composto dai bambini tra 0 e 59 mesi di età ed il secondo, invece, composto da bimbi di età compresa tra i 60 e i 154 mesi.

Cellulari e bambini

In Italia sempre più bambini e ragazzi possiedono ed utilizzano il telefono cellulare. Nel nostro Paese, infatti, secondo i dati pubblicati dall’EurispesTelefono Azzurro, il 53,7% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni di età possiede un telefonino, il 5,5% un videotelefonino mentre l’1,8% un telefonino di ultima generazione (smartphone). Spesso i genitori giustificano questa abitudine ormai consolidata con la possibilità che il telefonino offre di rintracciare i propri figli in qualsiasi momento e di sapere dove sono e cosa fanno. Il cellulare, però, viene usato troppo dai ragazzini che, spesso, lo tengono acceso anche tutta la notte.

Ma quali sono i rischi?

Gli esperti, a tal proposito, mettono in guardia dai possibili rischi che un uso spropositato del cellulare comporta. Innanzitutto bisogna considerare l’esposizione alle onde radio. I cellulari, infatti, emettono onde radio che possono avere effetti biologici importanti come alterazioni cellulari o modificazioni genetiche e cromosomiche. Queste ripercussioni biologiche, secondo gli esperti, interessano maggiormente i bambini e gli adolescenti il cui organismo è più sensibile, ricettivo e, quindi, più a rischio poichè in fase di crescita e sviluppo.

Il sonnambulismo nel bambino

Il sonnambulismo rientra nel novero delle parasonnie, termine con il quale si indicano tutte le anomalie che possono interessare, e disturbare, il sonno del bambino.

Cos’è il sonnambulismo

Il sonnambulismo, altrimenti detto attività automatica nel sonno, è un disturbo che generalmente fa la propria comparsa fra i quattro e gli otto anni di età (più raramente nei primi tre anni di vita) per risolversi spontaneamente durante l’adolescenza. E’ più facile che si verifichi se in famiglia ci sono stati altri casi ed interessa in ugual misura i maschietti e le femminucce. Ciascun episodio di sonnambulismo si protrae per circa dieci minuti, durante questo tempo il bambino può scendere dal letto, girovagare per casa e fare delle cose delle quali al risveglio non ha alcun ricordo.

Il sonnambulismo è un disturbo grave?

Il sonnambulismo del bambino non deve rappresentare un motivo di eccessiva preoccupazione per mamma e papà, come già detto il disturbo si risolverà spontaneamente nel corso dell’adolescenza. Tuttavia, è necessario rendere la casa più sicura possibile (ad esempio sbarrando porte e finestre e chiudendo l’accesso alle scale) per evitare che il piccolo possa farsi male durante un episodio.

La sindrome delle apnee ostruttive

Cos’è la sindrome delle apnee ostruttive

La sindrome delle apnee ostruttive è un disturbo che si manifesta durante il riposo notturno ed è caratterizzato dal blocco del respiro per un tempo pari a 5-6 secondi. A risultare preoccupante però non è la durata degli episodi, quanto piuttosto la loro frequenza, ovvero la quantità di volte in cui si presentano nella stessa notte. Il disturbo viene definito sindrome perchè vi si accompagnano segni quali russamento, respirazione dalla bocca, sonno non riposante, eccesso di sudorazione notturna, tendenza a tonsilliti, raffreddori e otiti. La sindrome colpisce una percentuale di bambini compresa fra l’1 e il 3% fra i 2 e i 5 anni di età. In questo caso possono manifestarsi anche ritmo di crescita rallentato, disturbi del comportamento quali iperattività e deficit di attenzione, risvegli notturni frequenti.

Allergie alimentari nei bambini, secondo i pediatri sono sovrastimate

Capita piuttosto di frequente che quando il bambino accusa sintomi quali mal di pancia o prurito questi vengano attribuiti ad una presunta intolleranza alimentare. Tuttavia, avvertono gli esperti, questi malesseri non bastano a decretare la presenza di un tale disturbo e, quindi, l’eliminazione di alcuni cibi dalla dieta del piccolo. Ad affermarlo, all’agenzia stampa ASCA, è il dottor Giuseppe Morino, responsabile dell’U.O. di Dietologia Clinica dell’Ospedale Bambino Gesù, che precisa che un’eventuale intolleranza

va verificata con una diagnosi clinica prima di escludere del tutto un alimento dalla dieta

ed aggiunge

oggi si pensa che qualunque sintomo nasconda un’intolleranza e persino sovrappeso e obesità vengono ritenute spie di un problema, ma non c’e’ nessuna conferma scientifica che sia cosi

Gli occhi del bambino, come proteggerli

Durante l’estate è più facile che il bambino rimanga vittima di piccoli incidenti; le giornate passate al mare, al parco o nei boschi in compagnia di mamma, papà e dei fratellini lo espongono infatti a pericoli che durante l’inverno non corre allo stesso modo, quali ad esempio quelli di cadere, graffiarsi o prendere una botta. Capita a volte che questi piccoli traumi interessino gli occhi, cosa che rappresenta per i genitori una preoccupazione ben più grande di un ginocchio sbucciato.

Quando ad essere colpiti sono gli occhi del bambino bisogna quindi mettere in atto tutta una serie di comportamenti utili per capire se è opportuno rivolgersi subito al pronto soccorso o provvedere a una medicazione casalinga consultando magari in un secondo momento, se necessario, il pediatra. Se il bambino si ferisce o graffia ad un occhio per prima cosa fatelo sdraiare e abbassategli molto delicatamente la palpebra inferiore per sciacquare bene l’occhio con acqua.

Tosse nei bambini, combatterla con un pò di miele

La tosse è un disturbo molto frequente nei bambini e spesso è fonte di ansie e preoccupazioni per i genitori. Per lenire questo fastidioso disturbo non sempre è necessario ricorre ai farmaci. Può bastare, infatti, un semplice cucchiaino di miele prima di andare a dormire. Lo dice da sempre la saggezza popolare e oggi lo conferma uno studio del dipartimento di Pediatria e di Scienze della sanità pubblica dell’Università della Pennsylvania (USA). La ricerca, infatti, ha dimostrato che il miele ha un potere calmante e lenitivo contro la tosse maggiore di molti farmaci. Nello specifico, i ricercatori hanno preso in esame 105 bambini e ragazzi tra i 2 e i 18 anni di età, con tosse dovuta a infezioni del tratto respiratorio superiore.

I partecipanti allo studio sono stati suddivisi in tre gruppi. Al primo gruppo, gli scienziati hanno somministrato un cucchiaino di miele di grano saraceno prima di andare a letto, al secondo gruppo, invece, un cucchiaino di sciroppo a base di dextrometorfano (il più comune calmante per la tosse utilizzato nei bambini) mentre al terzo non è stato somministrato nulla. Dall’analisi dei dati raccolti, è emerso che il miele è il trattamento migliore per la tosse, più efficace perfino del farmaco, assicurando al bambino un corretto e sereno riposo notturno.

Un buon rapporto genitori-figlio aiuta i bambini a dormire meglio

Un bambino che dorme sereno e tranquillo per tutta la notte è il sogno di tutte le mamme ed i papà. Purtroppo, però, il sogno non sempre si realizza e molti genitori si trovano a dover fare i conti con un bimbo che non dorme o dorme ben poco. Il problema, che rischia di mandare in tilt i genitori, è stato più volte affrontato da medici e scienziati che hanno cercato, spesso invano, di trovare una soluzione. Alcuni ricercatori americani della Penn State University (USA) hanno tentato di dare una risposta agli interrogativi dei genitori sul sonno dei bambini. Un recente studio della Penn State University, infatti, ha evidenziato che il segreto per favorire il sonno dei bambini risiede nel tempo che i genitori trascorrono con i propri bambini.

Neonati, quando arriva il vomito

Nei primi mesi di vita, può accadere che il neonato soffra di disturbi allo stomaco con la comparsa di vomito. Questo può suscitare ansie e preoccupazioni nei genitori, soprattutto se alle prime esperienze. Bisogna, però, cercare di mantenere la calma per riuscire a capire bene di cosa si tratta. Per prima cosa, è fondamentale che il genitore sia in grado di distinguere il vomito dal rigurgito. Quest’ultimo, infatti, consiste in una fuoriuscita di piccole quantità di latte che può verificarsi, di solito, in seguito alle poppate. Il rigurgito, se non associato ad altri fastidi, non è preoccupante e scompare con la crescita. Se la fuoriuscita di latte è maggiore e la consistenza densa che ricorda quella della ricotta si tratta di vomito.

Ma che cos’è il vomito?

Il vomito è un riflesso involontario causato dalle contrazioni dello stomaco che, al fine di proteggere lo stomaco e l’organismo in generale, provocano la fuoriuscita dalla bocca del contenuto gastrico.

Bambini, camminare riduce lo stress e protegge da malattie cardiovascolari

Lo stress, si sa, è una della cause scatenanti delle malattie cardiovascolari. Quello che non tutti sanno, però, è che una buona passeggiata mattutina aiuta a ridurre lo stress negli adulti ma anche nei bambini che, ahinoi, al giorno d’oggi risultano già stressati. Passeggiare, quindi, riducendo lo stress, prevenirebbe anche le eventuali future malattie cardiovascolari. Ad affermarlo è una ricerca scientifica condotta dall’Università di Buffalo, negli Stati Uniti d’Amirica. I ricercatori americani sono partiti dal presupposto che le malattie cardiovascolari mettono radici già in tenera età, quando sostanze potenzialmente pericolose per le arterie, come grassi, colesterolo e calcio si accumulano nell’organismo.

Il processo di malattia cardiovascolare -spiega James Roemmich, professore associato di pediatria dell’Università di Buffalo e coordinatore dello studio- inizia durante l’infanzia, così se siamo in grado di trovare il modo di fermare o rallentare questo processo, si fornisce un importante vantaggio per la salute.

Gli occhi dei bambini: piccolo pronto intervento domestico

Gli occhi dei bambini, specialmente di quelli più piccoli, sono estremamente delicati. Sole, vento, pollini ed inquinamento sono solo alcuni degli elementi che possono minare la salute degli occhietti dei bambini. Spesso, si tratta di disturbi passeggeri che tendono a risolversi spontaneamente in breve tempo senza il ricorso ai farmaci che, comunque, devono essere sempre prescritti dal pediatra o da un oculista. Per accelerare la guarigione e alleviare il fastidio le mamme possono, però, ricorrere a dei piccoli e semplici rimedi. Ecco qui un piccolo pronto intervento casalingo per tentare di arginare i disturbi che colpiscono più comunemente i bambini.

Se c’è qualcosa nell’occhio

Capita spesso, soprattutto quando si trascorre molto tempo all’aria aperta, che qualcosa (una ciglia, del muco secco, dei pulviscoli, un granello si sabbia, un insetto, etc..) entri nell’occhietto del bimbo. In questi casi, il bambino fa fatica a tenere aperto l’occhio, lo strofina ed è presente arrossamento e lacrimazione copiosa. Se il bambino è grandicello, la mamma può fargli aprire l’occhio sul pelo dell’acqua in un bicchiere o una ciotolina per favorire la fuoriuscita del corpo estraneo. Se il bimbo è piccolo o non vuole collaborare, la mamma può lavargli delicatamente l’occhio con acqua tiepida e cercare di levare il corpuscolo con un fazzoletto pulito.

Sicurezza bambini, attenzione alle piante

I bambini, si sa, sono estremamente curiosi. La loro curiosità li spinge a conoscere il mondo che li circonda e spesso li fa incappare in incontri che possono rivelarsi pericolosi per la loro incolumità. E’ il caso, ad esempio delle piante. Da meravigliosi elementi d’arredo di case, balconi e giardini, le piante possono, infatti, trasformarsi in pericoli per i bambini se vengono toccate o ingerite. Dalle stime del Centro Antiveleni, sono numerosi, ogni anno, i casi di bambini intossicati dai veleni presenti nelle piante. E’ importante, quindi, che le mamme sappiano che le piante presenti comunemente nelle case e nei parchi (ciclaminorododendro, narciso, mughetto, ranuncolo, etc..) possono risultare nocive soprattutto per i più piccoli e che è opportuno prestare molta attenzione. Sono diversi gli effetti spiacevoli che le piante possono provocare nei bambini a seconda se vengono solo toccate o anche ingerite. In caso di contatto si possono manifestare prurito, bruciore ed eritema, mentre in caso di ingestione anche vomito e diarrea.

Cosa fare se un’ape punge il bambino

In estate i nostri piccoli possono finalmente passare del tempo all’aria aperta dove trovano ad attenderli giochi inconsueti ed esaltanti ma anche qualche insidia; non è infrequente infatti vedere svolazzare in giardino e in spiaggiaapi delle che dispettosamente si avvicinano per pungerlo.

Premesso che la puntura di un’ape è un evento doloroso ma innocuo, a meno che il bambino non sia allergico alle sostanze rilasciate dal pungiglione, vediamo cosa fare se questo malaugurato evento dovesse verificarsi: se il bambino viene punto da un’ape la prima cosa da fare, a parte mantenere la calma, è rimuovere il pungiglione; per farlo non dovrete usare nè le unghie, nè le pinzette ma il coltello.

Quando il sederino prude: l’infezione da ossiuri

Da 1 a 3 anni, quando il bambino ha imparato a camminare, inizia ad esplorare e conoscere il mondo che lo circonda.  Il bambino, spinto dalla curiosità e dalla voglia di sapere, tocca tutto e si porta facilmente gli oggetti e le mani alla bocca. E’ proprio in questa fase che i bambini sono maggiormente esposti alle infezioni intestinali causate soprattutto da parassiti, detti comunemente vermi, e in particolare dagli ossiuri.

Cosa sono gli ossiuri?

Gli ossiuri (o enterobius vermicularis) sono dei parassiti responsabili delle più comuni infezioni intestinali che colpiscono i bambini. Gli ossiuri sono dei piccoli vermi dalla forma allungata, di colore bianco o grigio e dalla coda a punta. Sono facilmente visibili ad occhio  nudo nelle feci o nella mucosa anale dei bambini colpiti dalla parassitosi intestinale. Il contagio avviene per mezzo delle uova di ossiuri che una volta ingerite raggiungono l’intestino, il retto, l’appendice e il canale anale. Le uova dei parassiti possono trovarsi, ad esempio, sugli indumenti, sugli asciugamani, sulle lenzuola, sul cibo, sugli utensili da cucina, sui giocattoli e sui mobili.