Medicinali per bambini, come somministrare sciroppo e supposte

I bambini, si sa, si ammalano spesso rendendo frequente anche il ricorso ai farmaci. Fare i conti con medicine e bambini, però, non è sempre facile e somministrare i farmaci ai bimbi, soprattutto ai più piccoli, può trasformarsi in una missione impossibile! Quando dovete somministrare un medicinale al vostro bambino dovete essere molto prudenti e pazienti poiché non tutti i bimbi sono disposti a prendere le medicine senza protestare o ribellarsi.

Per aiutarvi ad affrontare al meglio l’ora delle medicine, vediamo insieme come poter somministrare alcuni tipi di farmaci al vostro bambino. Per prima cosa ricordatevi di offrire al bambino solo i medicinali prescritti dal pediatra e nelle dosi e nei modi consigliati.

Come somministrare lo sciroppo

Lo sciroppo è uno dei medicinali maggiormente tollerato dai bambini. I suoi gusti gradevoli ed i colori accattivanti lo rendono abbastanza appetibile. Se il bambino è grandicello, potete tranquillamente dargli lo sciroppo con un cucchiaino: potete scegliere di far scivolare lo sciroppo in bocca, alzando il cucchiaino o di farlo succhiare dal bambino appoggiando il cucchiaino sul labbro inferiore.

Esistono rimedi contro le malattie causate dallo smog per i bambini?

Lo smog mette a rischio la salute di tutti, ma in particolare di anziani e di bambini. Lo smog causa infatti un peggioramento dei sintomi dell’asma e infezioni e infiammazioni delle vie respiratorie.

E’ il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Ugazio a lanciare l’appello e l’allarme. Non solo, Legambiente e altre associazioni, come la Fimst, Federazione italiana contro le malattie polmonari sociali e la tubercolosi, la Aimar (Associazione interdisciplinare malattie respiratorie) la Società italiana di medicina respiratoria (per i quali lo smog nel 2020 sarà la terza causa di morte) e molte altre, avvertono da tempo che l’aumento esponenziale di bronchiti e malattie respiratorie nei bambini, associati all’aumento di problemi di varia natura, come idiosincrasie, allergie e perfino tumori, è dovuto proprio al pessimo livello della qualità dell’aria nelle città. È proprio nelle città che i bambini devono essere maggiormente tutelati.

Medicinali per bambini, come somministrarli

Tutti i genitori lo sanno: quando il bambino sta male, soprattutto le prime volte, le ansie e i dubbi prendono il sopravvento. Sono paure del tutto normali che tornano prepotentemente ogni volta che il bimbo sta poco bene ed il pediatra gli prescrive dei farmaci, E’ importante, però, care mammine, mantenere sempre la calma per affrontare al meglio il momento delle medicine.

Come somministrare i medicinali ai bambini?

Innanzitutto è fondamentale che seguiate accuratamente le indicazioni del pediatra per quanto riguarda le dosi e il modo di somministrazione dei farmaci ai vostri bambini.

La carie da biberon

Tutte le mamme lo sanno: il biberon è un alleato prezioso! Oltre che per allattare il bambino, il biberon, infatti, viene spesso utilizzato per calmarlo, soprattutto nelle ore notturne. L’uso frequente del biberon può essere, però, pericoloso per la salute dei denti del bambino. Uno studio scientifico australiano condotto dal Children’s Hospital di Westmead ha evidenziato, infatti, che un uso improprio del biberon aumenterebbe notevolmente il rischio per i bambini della cosiddetta carie da biberon.

Cos’è la carie da biberon?

La carie da biberon è una forma di carie che colpisce i denti da latte causata dalla cattiva abitudine di succhiare latte e bevande zuccherate dal biberon frequentemente durante il giorno e la notte.

Doveri del pediatra e delle Asl

Scegliere un pediatra non è sempre un’impresa facile.

È utile però che le madri conoscano quali sono i loro diritti in merito al loro rapporto con il medico di famiglia, in modo che possano muoversi con più prontezza in caso di problemi e sapere cosa pretendere dalle istituzioni.

La legislazione prevede che le Aziende Sanitarie Locali debbano informare adeguatamente i cittadini sul curriculum professionale del pediatra e sulle caratteristiche dell’attività professionale, come l’ubicazione e l’orario dello studio, l’aderenza a forme associative, l’uso di procedure informatiche, la disponibilità telefonica, la disponibilità del personale di studio, le caratteristiche strutturali e strumentali. Non solo l’Asl deve anche informare le famiglie sui compiti che il pediatra deve assolvere nel corso del suo lavoro.

Una donna affetta da fibrosi cistica può avere un figlio?

Fino agli anni ’80 una donna con la fibrosi cistica si sentiva rispondere dai medici di non potere assolutamente avere una gravidanza. Infatti in base ai dati raccolti si diceva che al di sotto di una certo indice di funzionalità polmonare (FEV1 ovvero Volume di Flusso Espiratorio, espresso in percentuale rispetto al valore normale atteso) e di un certo livello di situazione nutrizionale (indicato dal rapporto peso/ altezza), la gravidanza comportava grossi rischi.

Altri studi sono stati fatti poi nei decenni successivi e hanno coinvolto un ingente numero di donne con fibrosi cistica e non. Uno dei più importanti è stato The Effect of Pregnancy on Survival in Women with Cystic Fibrosis condotto da Goss CH, Rubenfeld GD, Otto K, Aitken ML dalla Division of Pulmonary and Critical Care Medicine, (Department of Medicine, Università di Washington Medical Center).

Obesità giovanile, spesso cela dipendenza

Purtroppo sappiamo bene che i bambini e gli adolescenti italiani sono fra i più obesi d’Europa: il 6%  vive al Nord del Paese, mentre oltre il 17% al Centro-Sud. Quello che, forse ancora non sapevamo è che spesso i problemi di sovrappeso e obesità dei nostri ragazzi nascondono problemi ben più gravi di dipendenza da alcol, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo.

A giungere a questa sconcertante conclusione è stato un gruppo di ricercatori dell’Istituto di fisiologia di Pisa, in base all’analisi delle risposte fornite a un questionario da un campione di 40mila adolescenti fra i 15 e i 19 anni. Più precisamente, secondo gli studiosi pisani, un adolescente su quattro non riesce a fare a meno di fumo, alcol, droga e gioco d’azzardo e gli adolescenti obesi sono più propensi dei coetanei normopeso a fare uso di sostanze stupefacenti.

Gli occhi del bambino, quando lacrimano per il freddo

Gli occhi dei bambini, oltre ad essere estremamente belli, sono molto delicati. Soprattutto d’inverno. Vento, freddo ed umidità, infatti, possono irritare gli occhi dei bambini e provocare arrossamenti, bruciori e lacrimazione. Con il freddo la cornea riduce la propria capacità di reagire agli stimoli esterni ed è maggiormente soggetta allo stress e agli agenti atmosferici. Durante l’inverno, gli occhi cercano di proteggersi dal freddo e dal vento attraverso una maggiore produzione di liquido lacrimale.

Le lacrime creano una sorta di barriera protettiva che difende gli occhi da tutti gli agenti esterni. Quindi, care mammine, è del tutto normale se i vostri bambini lacrimano con il freddo e non dovete allarmarvi.

I test per la fibrosi cistica in gravidanza

E’ la più comune delle malattie genetiche gravi e circa 70 mila persone nel mondo ne sono affette. La fibrosi cistica è dovuta ad un gene difettoso, il gene CFTR sul cromosoma 7 e provoca gravi danni ai polmoni e rilevanti carenze nutrizionali. Essa determina la produzione di secrezioni dense e poco scorrevoli nei canali corporei (il cosiddetto “muco viscido”, da cui il nome in passato di “mucoviscidosi“).

Nel pancreas le secrezioni stagnanti possono formare delle specie di cisti e il tessuto circostante tende ad infiammarsi, indurirsi, diventare fibrotico, provocando difficoltà digestive: di qui il nome di fibrosi cistica (il nome originale è in realtà “fibrosi cistica del pancreas”, anche se il pancreas è solo uno degli organi colpiti). Colpisce le cellule che producono il muco, il sudore, la saliva e i succhi gastrici.

Meningite e bambini, l’esperto dice cosa fare

La meningite consiste in una infiammazione delle membrane (le meningi) che circondano il cervello e il midollo spinale. Più precisamente esistono due tipi di meningite: batterica e virale; mentre la meningite virale è abbastanza diffusa e si risolve senza lasciare particolari conseguenze nel giro di una settimana/dieci giorni, la prima, la meningite batterica, è una malattia pericolosa che può condurre alla morte nel trenta per cento dei casi e causare gravi danni neurologici (sordità, epilessia) in un altro trenta per cento.

A causare la meningite batterica sono tre agenti patogeni: meningococco, streptococco ed emofilo. Per quest’ultimo tipo esiste un vaccino cui i bambini vengono sottoposti nel primo anno di vita, mentre la meningite da pneumococco e da streptococco fa ogni anno venti-venticinquemila vittime, la metà delle quali sono bambini e adolescenti. I sintomi sono indipendenti dal tipo di meningite e consistono in irrigidimento della nuca, febbre alta (più alta nella forma batterica), mal di testa, vomito o nausea e alterazioni della coscienza e sono molto più visibili nei bambini a partire dai due anni di età presentandosi nei più piccoli come febbre, inappetenza, vomito.

Bambini e animali: se il cane gli lecca il viso

Che il cane sia il migliore amico dell’uomo è cosa ormai scontata. Tutti gli uomini, sin dai tempi antichi, hanno convissuto con gli animali domestici ed in particolare con il cane. Anche i bambini possono trovare nel cane di casa un ottimo amico ed un compagno di giochi fedele e tenero. Il cane, infatti, è una delle specie animali che meglio si adatta alla convivenza con i bambini. E’ un animale docile e paziente e rappresenta un importante stimolo per la crescita psico-fisica del bambino. E’ molto importante, però, educare cane e bambino al rispetto reciproco e stabilire fin da subito delle regole precise per una sana convivenza.

Può accadere, ad esempio, che il cane, giocando con il vostro bambino gli lecchi il faccino. In linea di massima, se il cane vive con voi in casa ed è regolarmente vaccinato non ci sono grossi problemi.

Oli essenziali per il bambino

Gli oli essenziali, oltre ad essere molto utili in gravidanza, sono eccellenti per la salute in generale e in particolare per la pelle del vostro bambino. Essi infatti vi possono aiutare a prendersi cura di lui naturalmente e a prevenire i generali problemi e le irritazioni della pelle, come le eruzioni cutanee, dovute allo sfregamento del pannolino o al contatto con la pipì, la sudamina, il freddo, l’uso del ciuccio, l’abitudine di succhiarsi le dita, le punture d’insetto e così via.

Massaggiare il bambino spesso con oli essenziali vi aiuterà non solo con questi problemi pratici, ma in più i loro aromi saranno utili anche a infondergli la calma, migliorare il suo appetito e aiutarlo a dormire.
Gli oli essenziali, se usati regolarmente ogni giorno, aiuteranno quindi il vostro bambino ad essere sano e più sereno.

La manovra di Heimlich contro l’ostruzione delle vie respiratorie nel bambino

Tutti i genitori, gli educatori e in fondo gli adulti in generale dovrebbero essere preparati a prevenire gli eventuali e più comuni incidenti domestici. Non solo, nei casi di pericolo immediato, dovrebbero essere pronti ad attuare le principali manovre di emergenza per sopperire ai possibili e più comuni incidenti del bambino.

La manovra di Heimlich è una delle più famose tecniche di primo soccorso per impedire il soffocamento ed è stata messa a punto per far espellere in modo relativamente non invasivo un corpo estraneo dalla trachea del soggetto in questione. Va ricordato però  che essa è utilizzabile solo con i bambini al di sopra di due anni, mentre per i neonati si procede alla risoluzione del problema in maniera differente.

Iperattività, riduzione dei sintomi da una dieta ferrea

Sembra che la dieta abbia un ruolo nella manifestazione dei sintomi della sindrome da deficit dell’attenzione e dell’iperattività. A sostenerlo è un gruppo di studiosi olandesi, la cui ricerca è stata pubblicata su Lancet. Il team di ricerca ha messo a dieta stretta un campione di cinquanta bambini di età compresa fra quattro e otto anni tutti affetti da sindrome di iperattività, quindi ha confrontato gli effetti di tale regime alimentare sui sintomi confrontandoli con quelli di una dieta normale seguita da un altro gruppo di bambini con lo stesso disturbo.

La dieta prescritta si basava di fatto sull’eliminazione di tutti i cibi potenzialmente allergizzanti e comprendeva soprattutto il consumo di alcuni tipi di carne, riso, alcuni vegetali e frutta. I piccoli hanno seguito la dieta per cinque settimane al termine delle quali gli studiosi hanno notato una riduzione dei sintomi tipici della sindrome. In una fase successiva sono stati reintrodotti alcuni alimenti allo scopo di valutare quali causassero una eventuale riacutizzazione di questi.