Smog, i bambini di Milano sono i più colpiti

I bambini di Milano soffrono di infezioni respiratorie più dei loro coetanei sparsi in tutta Italia; ciascuno di essi totalizza infatti sei o sette episodi nei primi tre anni di vita e quattro-cinque nei successivi. Si parla del 30-35 per cento in più rispetto ai bambini che vivono al centro-sud o ocomunque lontano dalla città.

Il dato, a dir poco sconcertante, è stato diffuso dal direttore della Clinica Pediatrica I dell’Università statale, Susanna Esposito e da Maria Francesca Patria dell’ambulatorio di Pneumologia e allergologia pediatrica (attivato proprio quest’anno all’interno della Clinica) secondo le quali durante l’inverno otiti, tonsilliti e raffreddori, nel migliore dei casi, costringono a letto da una a tre volte al mese i piccoli che vivono nel capoluogo lombardo.

Problemi di condotta e traumi nei bambini

Sono state trovate correlazioni tra i disturbi della personalità legati a comportamenti indifferenti nei bambini e i problemi di socializzazione e di adattamento negli adulti, attraverso uno studio condotto dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry e dall’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry.

Ma cosa intendono gli studiosi con comportamento indifferente? I ricercatori sembrano definirlo semplicemente sulla base degli effetti che provoca nella vita stessa del bambino: la presenza del carattere insensibile-emotivo (così come viene nominato dagli psicologi dell’Academy) è quello che dimostra già dall’infanzia di avere problemi di condotta (per es. iperattività e/o disturbi dell’attenzione) a scuola, nello sport e negli altri ambienti che generalmente frequenta.

Adolescenti malati di tumore, poche cure e pochi medici specializzati

Non sono adulti e non sono neppure bambini. Gli adolescenti attraversano una fase della vita complessa, un momento in cui si ha il desiderio e in parte anche il corpo di una persona grande, ma i bisogni e la maturità di un cucciolo. Situazione che diventa ancora più complessa in caso di una malattia grave. Gli adolescenti ammalati di tumore troppo spesso non ricevano le terapie opportune perché non vengono curati né dall’oncologo pediatra né dall’oncologo dell’adulto.

Sono circa 1000 i ragazzi che tra i 15 e i 19 anni cui ogni anno viene diagnosticata una neoplasia, ma solo il 10% riesce a raggiungere un centro di eccellenza e a ricevere le migliori cure disponibili. A lanciare l’allarme è uno studio dall’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) e pubblicato su European Journal of Cancer.

Ipoacusia, patologia congenita dell’orecchio

I disturbi dell’udito sono tanti e colpiscono un po’ a tutta l’età. È vero che con il passare degli anni, si può dare la colpa alla vecchiaia e sono meno invalidanti. È da bambini che diventano dei duri compagni con cui dividere la vita. Per fortuna esistono diversi esami diagnostici e bravissimi logopedisti che aiutano il piccolo a convivere con questi problemi, soprattutto in caso d’ipoacusia.

Che cos’è l’ipoacusia?

È una patologia congenita nell’80% dei casi ed è determinata da una lesione della coclea, l’organo sensoriale dell’udito. Può causare difficoltà comunicative e relazionali, se non è curata nel modo opportuno. Per questo motivo è fondamentale una diagnosi precoce e una tempestiva riabilitazione. Si manifesta con una riduzione dell’udito e con acufeni (sensazione di ronzio, fischio o altro rumore), vertigini e/o disturbi dell’equilibrio, sensazione di ovattamento auricolare o di orecchio “pieno”.

Il ricovero pianificato

Molti bambini devono recarsi in ospedale per sottoporsi a piccoli e grandi interventi chirurgici. Si parla in questo caso di ricovero pianificato. Il pediatra, dopo aver valutato attentamente lo stato di salute del bambino e constatata la necessità dell’intervento, fa esplicita richiesta di ricovero in ospedale per il bambino. Il ricovero, sia esso breve o lungo, è sempre un momento molto delicato per il bambino. Per questo, se vostro figlio ha bisogno di un ricovero in ospedale ed è abbastanza grande da capire, è importante prepararlo in anticipo a quello a cui va incontro. Il vostro bambino si sentirà così più sicuro e meno spaventato.

Un elemento molto importante, in vista di un ricovero pianificato, è la borsa da portare con voi in ospedale. Si tratta dell’oggetto che consentirà al bambino di sentirsi in qualche modo a casa. La borsa ospedaliera dovrà contenere tutto l’occorrente per il ricovero in ospedale del vostro bambino e nello specifico, abbigliamento per il giorno e la notte, pannolini, biancheria intima, asciugamani, prodotti per l’igiene, oggetti personali del bimbo (tazze, posate, bicchieri, ecc…).

Quando portare il bambino in ospedale

Tutti i genitori sperano sempre che i propri bambini non si facciano mai male e che non abbiano bisogno di cure. Può succedere, però, che a causa di una malattia o di un piccolo incidente, il bambino debba essere portato in ospedale. Anche quando le cause sono banali e per nulla gravi, il ricovero in ospedale rappresenta un momento molto delicato sia per il bambino sia per i genitori. Il bambino, infatti, si sente strano, impaurito e indifeso mentre i genitori sono preoccupati e in apprensione. E’ importante, però, in queste situazioni, mantenere la calma per evitare che il bambino percepisca l’ansia dei genitori e si agiti a sua volta. Bisogna, quindi, aiutare il bambino a stare tranquillo e ad affrontare il ricovero al meglio.

Quando portare il bambino all’ospedale?

In caso d’incidenti o malattie: Può succedere che il bambino si senta male improvvisamente o che si ferisca in seguito ad una caduta o a un piccolo incidente, magari mentre sta giocando e abbia bisogno di adeguate cure mediche.

Bambini e convulsioni, che fare?

Il bambino ha avuto le convulsioni e noi genitori ne siamo terrorizzati. E’ questa una reazione del tutto comprensibile ma che non deve condurci a saltare a conclusioni affrettate. A suggerire come comportarsi ai genitori che hanno vissuto e vivono questa brutta esperienza è il dottor Massimo Mastrangelo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia Pediatrica all’Ospedale Buzzi di Milano, in una interessante video intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Anzitutto, precisa Mastrangelo, con il termine convulsioni si indicano manifestazioni che insorgono improvvisamente e che hanno un inizio e una fine bruschi e una durata variabile da pochi attimi a giorni, alla cui base possono esserci diversi fattori scatenanti. Inoltre, aggiunge l’esperto, comunemente la convulsione è una crisi caratterizzata da un irrigidimento iniziale seguito da un tremore di tutto il corpo o di una parte di esso.

Ruolo del dialetto nello sviluppo del linguaggio nel bambino

Iniziare a parlare è una tappa fondamentale della vita di ogni persona.

Quando un bambino comincia a parlare, dopo i suoi primi “balbettii“, qualcosa di più profondo di lui viene allo scoperto, con molta più nitidezza la sua personalità prende forma. Le prime parole e le prime espressioni sono stampate nella testa di ogni genitore, che attende con impazienza sin dai primi mesi di sentire la sua voce.

E ogni giorno i genitori si rendono conto (specie quando a volte capita di sentirgli ripetere parolacce) di quanto sia importante adottare davanti e con lui un linguaggio opportuno, in modo da non creargli problemi di adattamento, che valgono come qualsiasi altro disturbo dell’espressione del linguaggio, una volta inserito in qualsivoglia contesto sociale.

Il massaggi pediatrico contro otite e congiuntivite

Massaggiare il proprio bambino è una pratica molto importante che ha numerosi effetti benefici sulla salute psico-fisica del bimbo. Il massaggio pediatrico, infatti, favorisce la crescita fisica e comportamentale del bambino e rafforza il legame genitori-figli. Con il massaggio, inoltre, potete calmare il vostro bambino, rilassarlo e alleviarne i sintomi dei principali malanni invernali e non.

Vediamo insieme delle tecniche di massaggio infantile che potete eseguire sul vostro bambino per combattere i disturbi più comuni che colpiscono i bimbi in questo periodo.

Un massaggio contro l’otite

L’otite è un’infezione molto comune che interessa l’orecchio medio del bambino. Per alleviare il mal d’orecchio causato dall’otite potete massaggiare accuratamente la testa ed il collo del vostro bambino.

Allergie alimentari possono causare problemi depressivi nei bambini

Riconoscere le allergie alimentari nei bambini, stando attenti ai sintomi generali, com pruritieritemi, oltre che diarrea e problemi intestinali, riniti allergiche e asma, è molto importante.

Non bisogna essere indotti ad associare però a questi sintomi, la presenza sicura di un’allergia alimentare, in quanto in molti casi secondo i pediatri le allergie sono sovrastimate. Solo dopo un’attenta analisi e una diagnosi accurata si devono eliminare gli eventuali cibi allergizzanti.

Anche perché, come dimostra una ricerca condotta su allergici “minorenni” che sarà presentata al Food allergy and anaphylaxis meeting dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology, in corso a Venezia fino a sabato, le allergie alimentari, specie quelle più gravi (quelle cioè che comportano l’esclusione di cibi basilari per la dieta) potrebbero essere causa di depressione e di problemi psicologici nei bambini.

Lo zinco protegge i bambini dal raffreddore e riduce l’uso degli antibiotici

Sappiamo già che lo zinco è un minerale fondamentale per l’organismo: concorre alla sintesi delle proteine e alla formazione del collagene, è fondamentale per lo sviluppo degli organi riproduttivi, garantisce il buon funzionamento della prostata e svolge una funzione protettiva del fegato. Ma c’è di più; oggi infatti sembra dimostrato anche che lo zinco aiuta i nostri bambini a guarire dal raffreddore e riduce l’assunzione degli antibiotici.

A dirlo sono gli esperti della Cochrane Library che hanno analizzato quindici studi sulle terapie antiraffreddamento condotti dal 1984 ad oggi; più precisamente la revisione condotta ha permesso agli esperti di concludere che i bambini che assumono zinco, o meglio integratori a base di zinco, una volta al giorno hanno una probabilità tre volte inferiore di prendersi un raffreddore rispetto ai bambini che non lo fanno.

Il massaggio pediatrico per alleviare raffreddore e naso chiuso

I bambini, soprattutto quando sono piccoli, sono molto soggetti ad infezioni respiratorie ed in particolare a raffreddore, tosse, catarro e naso chiuso. Un aiuto efficace e del tutto naturale in questi casi può arrivare dal cosiddetto massaggio pediatrico. Si tratta di un massaggio molto delicato che voi mamme potete effettuare sul vostro bambino per alleviare la tensione ed i fastidi dei principali malanni invernali e non. Il messaggio pediatrico è una tecnica semplice da eseguire, efficace, indolore e priva di effetti collaterali.

Il massaggio pediatrico per portare benefici deve essere un momento piacevole per mamma e bambino: non deve essere, infatti, nè un obbligo per voi nè una costrizione per il vostro bimbo. Se vi accorgete che il vostro bambino non ha voglia di essere massaggiato in quel momento non forzatelo e rimandate il massaggio, altrimenti finirete per innervosirlo.

Vediamo insieme alcune tecniche di massaggio pediatrico che potete utilizzare per alleviare i sintomi dei principali malanni che affliggono i bambini.

Medicinali per bambini, come somministrare le gocce

Quando bisogna dare le medicine ai bambini è normale che la mamma venga assalita da molti dubbi. Gli ho dato la dose giusta? Come devo fare? Gli starò facendo male? Sono paure legittime che si affievoliscono con l’esperienza. L’ora delle medicine appare quasi sempre un’impresa titanica. I bambini, sia grandi che piccoli, non sempre sono disposti a prendere i medicinali e si ribellano correndo per la casa, scalciando e sgomitando. Appare, quindi, evidente, care mammine, l’importanza di acquisire una giusta tecnica per somministrare i farmaci ai vostri bambini che insieme ad una massiccia dose di pazienza vi aiuterà durante l’ora della medicina.

Come somministrare le gocce

Tra i medicinali più difficili da somministrare ai bambini ci sono, senza dubbio, le gocce. Si tratta, infatti, di dover centrare con delle piccole gocce il nasino, gli occhi o le orecchie del bambino.

Vaccini, alcuni difendono i bambini dal cancro

Secondo uno studio condotto oltre oceano, negli Stati Uniti più precisamente, e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Pediatrics, i vaccini contro la poliomielite e l’epatite b proteggono i bambini anche dal cancro. Lo studio ha preso in considerazione un campione di 2800 bambini e adolescenti di età compresa fra due e diciassette anni residenti in Texas, ai quali, nel periodo di tempo compreso fra il 1995 e il 2006, è stato diagnosticato un tumore.

Quindi è stato calcolato che per ogni bimbo che aveva avuto una diagnosi di tumore ce n’erano altri quattro sani, dello stesso sesso e della stessa età. I dati sono stati poi messi a confronto con quelli relativi a bambini residenti in zone ad elevato tasso di vaccinazione per polio ed epatite b. La conclusione è stata che i bambini sottoposti a queste particolari vaccinazioni hanno il 20% di probabilità in meno si sviluppare tipici tumori infantili, prima fra tutti la leucemia linfoblastica acuta.