L’unione fa la forza qui su Tuttomamma

racconti-partoCare mamme oggi pensavo ad una riflessione su quello che rappresenta questo blog per me ma anche per voi, ormai è da settembre che siamo online e giorno dopo giorno siamo riuscite a creare un rapporto bellissimo con voi. Un rapporto che non è a senso unico ma che viaggia in entrambe le direzioni, spesso mi avete dato gli spunti per gli argomenti da trattare, spesso dai vostri commenti sono emersi preziosi consigli da condividere con le altre e altrettanto spesso è stato bellissimo seguire il dibattitto che si è creato attorno a certi temi più “scottanti”.

Collaborare con la ricerca: il progetto NINFEA

ninfea

La gravidanza, si sa, è un periodo molto delicato nella vita di una donna, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il corpo della futura mamma affronta numerosi cambiamenti per accogliere al meglio la nuova vita che sta crescendo al suo interno. Proprio per la delicatezza e la complessità dell’evento, può accadere che non tutto vada come dovrebbe e che insorgano problemi più o meno gravi che possono turbare la serenità della donna e della sua gravidanza. Per questo la ricerca scientifica assume un ruolo di rilievo nella conoscenza, nella cura e nella prevenzione di tutti quei problemi legati alla gravidanza e alla nascita del bambino. Oggi è possibile, per le donne in dolce attesa, collaborare attivamente con la ricerca attraverso un importante progetto: il progetto NINFEA.

Cosa è il progetto NINFEA?

Il progetto NINFEA (Nascita e INfanzia: gli Effetti dell’Ambiente) è un progetto scientifico rivolto alle future mamme che, dedicando un pò del loro tempo attraverso dei questionari, possono aiutare la ricerca nella conoscenza di tutti quei fattori che incidono sull’insorgere di patologie o complicazioni durante la gravidanza, la nascita, l’infanzia e l’adolescenza dei loro bambini.

In vacanza con mio figlio

bambini vacanza

Finalmente anche per mamma Mildred si avvicinano le tanto sospirate vacanze; infatti, dopo anni, mi concedo insieme al mio cucciolo addirittura quindici giorni di meritato riposo. Per garantire ad entrambi il massimo relax e un po’ di vita all’aria aperta ho affittato una deliziosa casa in collina a pochi minuti di macchina dalla spiaggia così, dopo aver sguazzato felici nell’acqua, passeremo il primo pomeriggio spaparanzati a sentire le cicale accaldate frinire e attenderemo che rinfreschi per correre in bici nelle assolate campagne della mia terra.

Bello no? Certamente. A patto di riuscire a sopravvivere alla preparazione dei bagagli. Infatti, dopo aver preso accordi per l’affitto della casa ed essere corsa in soffitta a riesumare letteralmente il mio impolverato set di valigie, mi sono resa conto che oltre a questo mi servirà anche uno zaino piuttosto capiente, cui andrà ad aggiungersi, s’intende, il mio inseparabile beauty case che da solo non è mai bastato a contenere i miei “effetti personali” quando ero giovane e tonica figuriamoci adesso!

Per il feto il fumo passivo è dannoso come quello attivo

fumo passivo in gravidanzaFumare in gravidanza è assolutamente nocivo, ma ciò che forse molte donne non sanno è che anche respirare fumo passivo può rivelarsi altrettanto pericoloso. In precedenta qui sul nostro blog, abbiamo parlato di quanto il fumo passivo possa essere insidioso, annidandosi nei tessuti e nelle tappezzerie e del suo potenziale tossico per i bambini che ne vengono a contatto. In questo caso invece parliamo della salute del feto e del fatto che quando si aspetta un bambino oltre a smettere di fumare sarebbe bene fare molta attenzione ai luoghi che si frequentano, cercando di evitare nel modo più assoluto il fumo ambientale.

La bambina che sa tutte le capitali

Da un po’ di tempo gira sul web un video piuttosto carino che ritrae una deliziosa bimbetta di circa due anni mentre, sollecitata dalla madre, recita a memoria tutte le capitali del mondo. La perizia della bambina è stupefacente tanto quanto la solerzia che la madre deve aver avuto nell’addestrare la piccola e, ferme restando, le indiscutibili capacità linguistiche e mnemoniche di quest’ultima, mi ha portato a condurre una piccola riflessione che vorrei proporvi.

Se da un lato vi sono tante mamme preoccupate, come dicevo qualche giorno fa, che il proprio cucciolo abbia un qualche ritardo nello sviluppo perchè, a differenza di altri bimbi, non consegue abbastanza precocemente alcune conquiste della crescita, come camminare, parlare o stare seduto da solo, dall’altro vi è un numero altrettanto nutrito di esse che spinge a tavoletta sin dai primi mesi di vita perchè il proprio pargolo mostri il prima possibile  ad amici e parenti tutte le proprie virtù cognitive esibendosi con gesti, filastrocche, canzoncine ed elenchi di dati personali come nome, cognome, età, data di nascita, codice fiscale e numero di tessera sanitaria propri e di mamma e papà.

Il belly mask: un calco in gesso del proprio pancione

belly casting

Da sempre le donne in dolce attesa e i loro compagni cercano di fissare nella memoria ogni attimo della gravidanza e per farlo ricorrono spesso a fotografie e filmati. Ora è possibile fare di meglio e creare un calco in gesso del proprio pancione. Si chiama bellycasting (o belly mask) ed è la moda, nata in Olanda ma diffusasi in tutto il mondo, di realizzare un calco in gesso personalizzato e su misura del proprio pancione da mamma in attesa. Il risultato è una sorta di scultura che la futura mamma può conservare e magari mostrare al proprio bimbo quando è grandicello. Il procedimento per realizzare il calco è relativamente semplice.

Gli errori che non farei più se avessi un altro figlio

tenere bambino in braccio

Come madre credo di avere sempre avuto il pregio di riconoscere i miei limiti e anche se il mio cucciolo è ancora molto piccolo posso già dire che ci sono almeno due o tre cose che farei diversamente se diventassi madre un’altra volta. Mi riferisco soprattutto a quei comportamenti che ho messo in atto non perchè influenzata dai consigli delle altre mamme, quanto piuttosto da un certo tipo di “cultura della maternità” che mi deriva dall’ambiente in cui sono cresciuta. Con questo non voglio certo dire che questa cultura fosse sbagliata ma semplicemente che se tornassi indietro forse ci penserei un po’ di più prima di sposarla acriticamente.

Mi spiego meglio: ho trascorso la mia tarda infanzia e la prima adolescenza circondata da bambini e dal momento in cui ho smesso di essere la “piccola” ho cominciato ad assorbire inconsapevolmente tutta una serie di dettami su ciò che una mamma avrebbe dovuto fare e non fare. Primo fra tutti il credo celeberrimo, era tale almeno dalle mie parti, “Non tenere troppo il bambino in braccio perchè se si abitua sei nei guai”; questa convinzione era talmente radicata in me che quando nacque mio figlio mi guardai bene dal tenerlo spesso in braccio limitando questo tipo di contatto al momento del cambio, della poppata e agli episodi di inconsolabile disperazione di lui.

Bere in gravidanza nuoce alla fertilità dei figli maschi

bere-alcolici-gravidanzaTutte noi sappiamo che in gravidanza dobbiamo evitare di bere alcolici perché un comportamento del genere mette a rischio la nostra salute e quella del nascituro. La notizia di oggi ci dice che bere in gravidanza può avere delle conseguenze a lungo termine, persino sulla fertilità dei figli maschi. Questa ipotesi è stata avanzata da uno studio danese e presentata nell’annuale congresso dell’ «European Society of Human Reproduction and Embriology», in corso a Roma.

Fertilità, nuovo test per prevedere l’arrivo della menopausa

fertilità

Un semplice esame del sangue per calcolare l’età in cui una donna entrerà in menopausa. E’ il traguardo a cui sono giunti alcuni ricercatori dell’Università di Scienze mediche di Teheran. Presto, infatti, sarà possibile calcolare quando finirà il periodo fertile di una donna e, quindi, l’arrivo della menopausa. Il test,  messo a punto dai ricercatori, si basa sulla misurazione delle concentrazioni di AMH, l’ormone prodotto dalle cellule delle ovaie. Nel dettaglio, lo studio, iniziato nel 1998 e guidato dalla ricercatrice Fahimeh Ramezani Tehrani, si è basato sull’analisi dei dosaggi di AMH in 266 donne tra i 20 e i 49 anni. Successivamente, gli studiosi hanno analizzato la funzione ovarica delle donne sottoposte all’esperimento e hanno elaborato un modello statistico in base alle concentrazioni nel sangue dell’ormone antimulleriano, che regola lo sviluppo dei follicoli nelle ovaie, e all’età delle donne.

Il sorriso del bambino: uno stupefacente naturale per la mamma

sorriso

Si sa che non c’è cosa più bella per la mamma, ma anche per il papà, di vedere il proprio bambino sorridere ed essere felice. Oltre alle ovvie ragioni affettive, alla base di questa sensazione di benessere ci sono ragioni biochimiche. A dimostrarlo è una ricerca scientifica realizzata dai medici dell’ospedale pediatrico del Texas e dai neuroscienziati del Baylor College of Medicine di Houston in Texas. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics, il sorriso dei bambini attiverebbe nel cervello delle mamme alcune aree neuronali legate al piacere. Nello specifico, il sorriso del bebè stimolerebbe la produzione di serotonina e dopamina, neurotrasmettitori che regolano l’umore, conferendo alla mamma allegria e felicità.

E se qualcuno stabilisse uno stipendio per le mamme, a quanto ammonterebbe?

mamme-stipendioQuante volte noi donne abbiamo pensato anche una sola volta nella nostra carriera di mamme che se solo qualcuno avesse potuto quantificare monetariamente tutto ciò che facciamo in casa per i nostri figli e per la famiglia in genere, probabilmente avremmo dovuto percepire uno stipendio da capogiro? Perché noi mamme svolgiamo un lavoro che ne racchiude centinaia al suo interno, siamo cuoche, donne delle pulizie, maestre, autiste, pediatre e chi più ne ha più ne metta.

Beh mie care, qualcuno si è posto veramente questa domanda, nello specifico la catena di supermercati inglese Tesco, che ha commissionato questo studio chiedendo ai ricercatori di riuscire ad elencare le mansioni svolte da una mamma dalla nascita del figlio fino alla maggiore età, calcolare il tempo speso per ognuna e quantificarne il costo a livello economico.

Il bambino e l’amico immaginario

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Il mondo dei bambini è da sempre sinonimo di magia, creatività e fantasia. Ed è in questo contesto che si inserisce perfettamente la figura del compagno immaginario. I bambini, infatti, già a partire dai due anni e mezzo di età, possono crearsi un amico immaginario come compagno di giochi. I bambini, spesso, iniziano la creazione del loro amichetto dando un nome ad una bambola o ad un pupazzo fino ad animarlo e donargli vita propria. I compagni immaginari, infatti, possono essere di due tipi: quelli che nascono, come detto, da un giocattolo che il bambino possiede, che non assume però la stessa funzione dell’oggetto transizionale, e quelli inventati di sana pianta. Tra questi i bambini preferiscono bimbi con poteri speciali, supereroi, animali parlanti e personaggi magici. L’amico immaginario può incarnare anche le caratteristiche di persone a cui il bambino è legato, come i genitori o i nonni, oppure dei ruoli che il bimbo non può assumere ma da cui è affascinato. Le caratteristiche del compagno immaginario, comunque, dipendono dalla creatività e dal vissuto personale di ogni bambino.

Travelsex, la campagna estiva per l’educazione sessuale dei giovani

travelsexLa Sigo quest’anno promuoverà una campagna sulle principali spiagge italiane chiamata Travelsex, ma per capire di cosa parliamo serve una premessa.Le spiagge sono da sempre il simbolo dell’estate, le passeggiate, le serate tra ragazzi, le nuove amicizie. Secondo i ginecologi della Società Italia di Ginecologia e Ostetricia l’estate rappresentaperò un momento di estrema libertà per le giovani, il 30% delle quali secondo le statistiche torna in città con infezioni come condilomi, herpes, gonorrea e nel peggiore dei casi HIV oppure con gravidanze indesiderate.

Neonati, già nei primi mesi hanno dimestichezza con i numeri

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Nei primi mesi di vita i neonati non sono ancora in grado di formulare della parole di senso compiuto ma hanno già una discreta confidenza con i numeri. A sostenerlo è uno studio della Emory University, negli Stati Uniti, che ha dimostrato come i neonati abbiano già sviluppati i concetti di spazio, tempo e quantità. Secondo i ricercatori americani, guidati dalla psicologa Stella Lourenco, i bambini già a nove mesi possiedono una sorta di metro nella loro mente con il quale misurano il mondo che li circonda.