Allarme lattine: troppi bambini ingoiano le linguette

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Dobbiamo parlare di un nuovo allarme che riguarda l’incolumità dei bambini e questa volta la preoccupazione riguarda le linguette delle lattine che sebbene anni fa siano state già modificate facendo in modo che la linguetta diventasse una parte integrante della lattina a quanto pare continuano ad esserci molti (troppi) casi di bambini e ragazzi che ingeriscono la lamella.

L’allarme è stato lanciato dai medici del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center (Usa): hanno dichiarato che in 16 anni, solamente all’interno del loro ospedale ci sono stati ben 19 casi di ingestione della linguetta. Sempre secondo questi medici il dato sarebbe sottostimato perché molti incidenti non verrebbero denunciati e il dato inoltre si riferisce solo a quella realtà locale.

Queste le parole dr. Lane Donnelly coordinatore dello studio

Credo che tutti sappiamo che se si giocherella con queste lamelle si possono facilmente rompere e cadere all’interno della lattina

Il problema è che le linguette, come la lattina, sono realizzate in alluminio e questo materiale è più difficile da rilevare per mezzo dei raggi X, utilizzati per esempio per trovare le classiche monete che capita siano ingoiate dai bambini, aggiunge Donnelly.
A motivo di ciò, i medici suggeriscono che i genitori dovrebbero essere consci del problema e delle possibili conseguenze, mentre le aziende produttrici dovrebbero studiare un metodo per far sì che queste lamelle siano più difficilmente staccabili

Insomma sarebbe davvero il caso che i produttori di oggetti destinati ai più piccoli cominciassero a pensare anche alla loro salute. Purtroppo i pericoli per i bambini ed i ragazzi sono ovunque ed anche oggetti che apparentemente possono sembrare innocui si rilevano estremamente pericolosi. Non dimentichiamoci che nel caso delle linguette delle lattine le conseguenze possono davvero essere gravi: c’è anche il rischio che venga perforato lo stomaco.

Infine, bisogna ricordare che il Codice Deontologico dei prodotti per la prima infanzia che presto arriverà non prende in considerazione questo problema. Perchè?

Via| La Stampa

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