Bambini obesi, il polso svela il rischio di ictus da adulti

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I vostri piccoli sono in sovrappeso o obesi e siete preoccupati per la loro salute? Fate bene. È importante fare molta attenzione al peso perché mette alla prova il cuore e aumenta il rischio di sviluppare il diabete, oltre a creare complessi di carattere psicologico. C’è però un nuovo test che farà stare tutti un pochino più tranquilli: dalla circonferenza del polso dei bambini con qualche chilo di troppo si può predire la possibilità di avere infarti o ictus da adulti.

È la scoperta, tutta italiana, pubblicata dalla rivista scientifica Circulation: Journal of the American Heart Association e che per certi versi manda in pensione il famoso BMI (indice di massa corporea). Per giungere allo sviluppo di questo test, c’è stato prima uno studio su quasi 480 bambini, tra i 10 e i 12 anni, in sovrappeso ed obesi.

Sono stati presi in considerazione una serie di parametri: i livelli di insulina in circolo, il grado di insulino-resistenza e l’indice di massa corporea (Bmi). Inoltre, gli esperti hanno valutato, in 51 soggetti, la sezione trasversale dell’osso a livello del polso con la risonanza magnetica nucleare.  Il risultato? Proprio grazie a questo sottogruppo i ricercatori hanno scoperto che una componente ossea predice il rischio di insulino-resistenza e quindi di sindrome metabolica e il rischio cardiovascolare. Raffaella Buzzetti, diabetologa dell’università Sapienza, che ha coordinato la ricerca, ha spiegato:

Abbiamo trovato una stretta correlazione fra la circonferenza del polso, la componente ossea e l’insulino resistenza nei bambini over size. Abbiamo scoperto così un nuovo marker clinico di insulino-resistenza, molto semplice da misurare, che dipende dal tessuto osseo e non da quello adiposo.

Pensate che la circonferenza del polso è manifesto dei livelli di insulina e di insulino-resistenza nella misura del 20% circa, mentre l’aggiunta del Bmi come marcatore di insulino-resistenza aggiunge soltanto l’1% nella stima del rischio.  Ciò ne consegue che non ci può essere la certezza assoluta, ma che sicuramente questo nuovo test è più affidabile di quello vecchio.

[Fonte: Corriere]

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