Babysitter italiane, aumenta la tariffa oraria

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Permettersi una baby sitter sta diventando sempre già spesso un lusso per le famiglie italiane perché la richiesta di retribuzione oraria tende via via ad aumentare. Lo rivelano i dati raccolti da Yoopies, start up francese nata a Parigi nel 2012 e arrivata anche in Italia e che incrocia la domanda e l’offerta di babysitting: il rapporto annuale conferma che nell’arco di 12 mesi la tariffa oraria delle baby sitter italiane è aumentata del 10,55% arrivando a una meda di 8,34 euro all’ora. 

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Le regioni più convenienti sono la Campania (con 7,23 euro) e la Puglia (con 6,96 euro), mentre le più care sono la Valle d’Aosta dove una baby sitter costa 9 euro all’ora, la Sardegna con 8,29, seguita dalla Basilicata con 7,38 euro. 

Ventimiglia è una delle città più care con una media oraria di retribuzione pari a 10,58 euro, seguita da Varese con 9,80 euro e da Como con 9,55.

L’aumento registrato nel corso dell’ultimo anno è stato causato da una serie i fattori diversi: ovviamente c’è la richiesta e poi ci sono le competenze.

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I giorni delle vacanze estive scolastiche italiane spesso superano il numero di giorni di ferie dei genitori e quando i nonni e i parenti non sono disponibili, ecco che scatta la necessità di chiamare la baby sitter. Che può stabilire una retribuzione oraria già alta del solito o dello scorso anno.

L’aumento della tariffa oraria è anche causato dalle maggiori competenze delle Baby sitter: le più ricercate sono anche le più preparate e conoscono diverse lingue. Competenze che si pagano con l’aumento della tariffa oraria delle baby sitter un po’ in tutto l’anno.

 

photo credits | thinkstock

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