Adottare un bambino a distanza

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Vi siete mai chieste come si fa ad adottare un bambino a distanza? Io l’ho fatto appena ieri. Non ci avevo mai pensato prima e questa mattina, appena davanti al computer, mi sono subito messa alla ricerca di informazioni in proposito. Informazioni che vorrei condividere qui su Tuttomamma nel caso che anche qualcuna di voi sia interessata all’argomento.

Cos’è l’adozione a distanza?

L’adozione a distanza rappresenta un “atto di solidarietà” che permette ai bambini che vivono nei paesi più svantaggiati del mondo non solo di godere di beni di prima necessità, ma anche di avere accesso alle cure mediche e all’istruzione.

Cosa prevede l’adozione a distanza?

L’adozione a distanza prevede il versamento di un contributo mensile (per noi del tutto irrisorio) destinato al pagamento di cure mediche e rette scolastiche, all’acquisto di cibo, farmaci, materiale didattico, vestiti, giocattoli e tutto ciò di cui un bimbo ha bisogno (e al quale ha diritto!).

Quanto dura l’adozione a distanza?

L’adozione a distanza non ha una durata limitata nel tempo. E’ una vera e propria adozione e continua finchè il piccolo non è cresciuto e non è in grado di mantenersi da solo. Inoltre, i genitori adottivi a distanza sanno esattamente chi è il bambino che è stato loro affidato e vengono aggiornati periodicamente circa i suoi progressi e l’utilizzo che è stato fatto del loro contributo economico.

Quanto costa adottare a distanza?

La quota mensile varia, come è possibile leggere sul sito della Comunita di Sant’Egidio, in base al tipo di adozione scelta. La cifra, come accennato, è davvero irrisoria e si aggira al massimo sulle 30 euro al mese.

Come si fa ad adottare a distanza?

Basta andare sul sito di una delle tante associazioni che si occupano di adozioni a distanza e scaricare i moduli per fare richiesta. Di seguito alcuni indirizzi utili:

Save the children;

Actionaid;

3 commenti su “Adottare un bambino a distanza”

  1. L’adozione a distanza non è una vera e propria adozione: vorrei vedere quanti genitori pensano di crescere i loro figli stando a migliaia di km da loro.
    Sarebbe meglio usare il termine di “sostegno a distanza” così da non gerenare confusione, perché di fatto si tratta di questo.
    Si manda un contributo in denaro per aiutare un bambino a vivere, andare a scuola e costruirsi un futuro: un bel gesto sicuramente, ma non ha nulla a che vedere con l’essere genitori.

    Rispondi
    • Ciao Lia, in effetti proprio ieri ho visto uno spot televisivo che parlava di sostegno a distanza. Anche io l’ho trovato più appropriato. 😉

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