Adolescenti malati di tumore, poche cure e pochi medici specializzati

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Non sono adulti e non sono neppure bambini. Gli adolescenti attraversano una fase della vita complessa, un momento in cui si ha il desiderio e in parte anche il corpo di una persona grande, ma i bisogni e la maturità di un cucciolo. Situazione che diventa ancora più complessa in caso di una malattia grave. Gli adolescenti ammalati di tumore troppo spesso non ricevano le terapie opportune perché non vengono curati né dall’oncologo pediatra né dall’oncologo dell’adulto.

Sono circa 1000 i ragazzi che tra i 15 e i 19 anni cui ogni anno viene diagnosticata una neoplasia, ma solo il 10% riesce a raggiungere un centro di eccellenza e a ricevere le migliori cure disponibili. A lanciare l’allarme è uno studio dall’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) e pubblicato su European Journal of Cancer.

I dati sono stati elaborati analizzando 22 mila pazienti, di questi quasi 1800 erano adolescenti. I bambini con meno 15 anni, nell’80% dei casi, viene trattato in centri specializzati. Purtroppo ciò non avviene nella fascia di età più grande, quella tra 15 e i 19, nonostante la maggior parte delle neoplasie sia tipica dell’età pediatrica. Ovviamente questo problema  si ripercuote sulla salute dei ragazzi, che non ottiene cure sufficienti e tempestive. Andrea Ferrari, oncologo pediatra dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano e primo autore dello studio, ha commentato:

Un elemento importante è rappresentato dalla ridotta partecipazione degli adolescenti ai protocolli clinici di oncologia pediatrica e quindi dal limitato accesso alle migliori cure possibili. Vi sono, infatti, barriere legate ai limiti di età, presenti negli ospedali e nei trial. Inoltre, talvolta il medico cui il paziente si rivolge per la prima volta non lo invia ai centri in grado di trattarlo in modo ottimale.

Cosa bisogna fare quindi? Prima di tutto stabilire quali siano le strutture adatte a giovani adolescenti malati di tumore pediatrico. Secondo l’esperto il modello più adatto è quello interdisciplinare dell’oncologia pediatria: un’equipe multispecialistica che si occupa del malato, ma anche della sua famiglia.

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